Tecniche
In aerografia parlare propriamente di "tecniche" è un discorso alquanto relativo.
La stessa aerografia è una tecnica e per sua natura l'aerografo è un strumento molto versatile, al quale si possono affiancare diverse altre espressioni
pittoriche, o ancora è l'aerografo che può essere affiancato ad altre tecniche o essere usato in altri campi, per esempio il modellismo.
Per cui ogni persona trova un modo soggettivo e un suo "equilibrio" nell'usare questo strumento.
Possiamo dividere l'aerografia, idealmente e a grandi linee, in tre branche:
- la mascheratura,
- la tecnica mista
- il freehand (mano libera).
Nel primo caso, si usano, appunto, delle maschere fisse o mobili cioè attaccate alla superfice o volanti
(quindi semplicemente poggiate o tenute a distanza dal lavoro).
Queste vengono usate tipo stencil per ottenere dei bordi netti o puliti e morbidi che diversamente sarebbero un pò più difficili da ottenere in quanto
servirebbe una assoluta padronanza dell'aeropenna.
Il frisket (pellicola adesiva trasparente da sagomare col cutter) è pensato apposta per questo utilizzo, poi nastrini di carta gommati e non e pennellini
per ritocchi rientrano nella più comune attrezzatura di chi lavora con le maschere.
Per le maschere volanti si può usare dal comune cartoncino per le sagome, fino ai più disparati oggetti anche tridimensionali per ottenere particolari
effetti tra i più svariati.
Tutto questo fa di tale metodo il più usato, in quanto si risparmia tempo con ottimi risultati.
Non per niente è la "tecnica" usata dai migliori illustratori italiani quando l'aerografia su commissione in campo pubblicitario doveva rispettare prima
di ogni altra cosa (costi e qualità) i tempi di consegna.
Giorgio Guazzi
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Guerrino Boatto
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Nella tecnica mista l'effetto dell'aerografo viene mischiato con altri di diverso genere, quali tempere, matite, pastelli,
acquerelli, olio ecc... ai quali si può affiancare qualsiasi altro genere di effetto ricavato con i metodi più diversi per ottenere originalissime illustrazioni,
che hanno una grande capacità espressiva.
Luis Royo
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Haiime Sorayma
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Infine nel freehand, viene usato esclusivamente l'aerografo, più per questione di principio che altro, o perché
si assapora l'opera in maniera diversa.
Ovviamente i bordi netti le linee pulite in questa maniera sono più ostiche da fare, per questo ci vuole molta più pratica, pazienza e un controllo
assoluto dello strumento, con un notevole impiego di tempo, d'altro canto si ottengono delle linee morbide e naturali che danno un senso di unità al tutto.
Nel freehand si può anche usare un proiettore per tracciare le linee guida del disegno sulla superfice, o ancora lavorare per quasi tutto il tempo sotto
proiezione, ma bisogna affinare la tecnica e lavorare in maniera impeccabile.
Quindi in teoria nell'attrezzatura di un "freehander"; rientrerebbero solo compressore, aerografo e colori ma è ugualmente consigliabile tenere in uno
scaffale l'attrezzatura per le maschere, pennelli vari tipi di colori e via discorrendo... in aerografia non si sa mai.
Alberto Ponno (eseguito sotto proiezione)
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Ingo Körner
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Tutto questo, come si diceva all'inizio, è assolutamente relativo, in quanto spessissimo le diverse "tecniche" si
intrecciano e si aiutano l'un l'altra, quindi è normale vedere, per esempio, un'illustrazione con un fondo ad aerografo e tecnica mista, la figura
principale freehand e mascheratura ecc…
In tutto questo ogni artista trova la sua strada il suo modo di usare l'aerografo che non deve essere definito "sbagliato" ma DIVERSO in quanto
nessuno può dire cosa sia sbagliato o meno.
Alcune tecniche che utilizziamo